Microscopio, meglio ottico o elettronico?

Novembre 9, 2019 Off Di admin

Il microscopio, con cui iniziamo a familiarizzare fin dalle elementari, è uno strumento che si usa per l’osservazione mediante una lente di ingrandimento di un oggetto che non si vede a occhio nudo. Impiegato anche e soprattutto a scopo di ricerca scientifica, il microscopio può essere usato anche per fini hobbistici o puramente amatoriali. Ne esistono di due tipi: ottico ed elettronico. Soffermiamoci sulle differenze. Il microscopio ottico produce l’ingrandimento dell’immagine di un oggetto attraverso la luce visibile. La comune lente di ingrandimento, di forma biconvessa, è in grado di ingrandire l’immagine di 15 volte al massimo, mentre il microscopio è formato da due sistemi di lenti (obiettivo e oculare) che sono montate alle estremità del tubo dello strumento producendo un ingrandimento di migliaia di volte (circa 2000) la cui lunghezza focale determina il livello di ingrandimento nel microscopio ottico, generalmente accessoriato con un kit che comprende un piano portacampioni e dei dispositivi di messa a fuoco. Per informazioni più dettagliate si rimanda al sito www.microscopiomigliore.it.

Ce lo ricordiamo tutti, basta mettere l’oggetto da osservare in mezzo a due vetrini trasparenti e guardarlo dal tubo del microscopio che lo inquadra, dal foro dello strumento filtra la luce che riflessa da uno specchio focalizza l’immagine illuminandola. Questo tipo di microscopi usati nella ricerca dispongono di molti accessori impiegati nell’indagine scientifica, in modo da ‘radiografare’ l’oggetto e poterlo studiare a fondo. E veniamo al microscopio elettrico, che a differenza di quello ottico la cui capacità di ingrandimento dipende dalla lunghezza d’onda della luce, utilizza un fascio di elettroni che illumina il campione esaminato.

Questa particolarità gli consente di essere più preciso ed è per questo che viene preferito per effettuare analisi dettagliate e studi specifici. Ogni microscopio elettronico è provvisto di un cannone elettronico che irradia fasci di elettroni diretti al campione analizzato e di un meccanismo che si basa sulla presenza di lenti magnetiche. A loro volta i microscopi elettronici si suddividono in strumenti a trasmissione e a scansione, nel primo gli elettroni trafiggono il campione dandone un ingrandimento riportato su lastra fotografica o schermo fluorescente, nel secondo il campione viene scomposto in pixel con fattore di ingrandimento pari a 100.000 restituendo un’immagine tridimensionale super dettagliata.